[FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

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[FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Reynas » 29/08/2013, 23:59

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Siamo al fronte della guerra in Abruzzo. L'Italia sta difendendo questo sottile lembo di terreno faticosamente conquistato e le trincee si riempiono di caduti e feriti.
E' notte e le spie vociferano che all'alba ci sarà un contro-attacco serbo/sloveno. I soldati Italiani sono esausti e il morale è a terra.
Un manipolo di soldati, però, è appollaiato in una trincea e sembra essere pronto e carico ad affrontare il nemico. Sono di unità militari diverse, di diversi reggimenti, raggruppati a caso dopo la disfatta del giorno prima che li ha fatti retrocedere di emergenza alle trincee abbandonate mesi fa ormai.
Le notizie a loro sono arrivate frammentarie, sanno che devono organizzarsi, scavare, sistemare la trincea e prepararsi al contro-attacco. Non hanno idea delle probabilità di successo. Tra loro ci sono novizi e veterani, tutti assieme. Qualcuno è ferito e sta venendo curato da infermiere di campo o dai compagni.
Tra di loro c'è anche qualche reporter di guerra che cerca di dare una mano.

Non sappiamo quale sarà il loro destino, il fato abbraccerà la loro impavida causa?


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Reynas
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco)

Messaggioda Chedipe » 30/08/2013, 14:30

Notte Fonda al fronte. Nel silenzio naturale delle alture abruzzesi si ode solo il brusio del vento che fa da cornice a terreni rumori di scavi, di gente che inquieta si muove avanti e indietro dietro un avvallamento artificiale.

"La calma prima della tempesta"

Afferma una giovane voce femminile,la voce di una giovane resa roca dal fumo di una sigaretta che il vento va pian piano consumando tra le sue dita ferite.

"Ma quale calma capitano???? Domani ci saranno addosso!!!"

Rimbomba a risposta una recluta affianco a lei. Erano rimasti solo loro del reggimento dopo l'attacco del giorno prima. Divisi da una bomba che aveva colpito in pieno l'unità militare della giovane. Erano riusciti a cavarsela unendosi a una manciata di soldati provenienti da altre Unità Militari, tutti Italici, tutti sconfitti nel corpo ma non nell'animo.

"Zitto e pensa a scavare"

L'unica risposta d'ella. Scruta l'orizzonte con fare attento alla ricerca di qualche segnale... E se le voci fossero vere?
La recluta comincia a scavare la parte della trincea posta dietro le rocce mentre ora anche lei, gettata la sigaretta, afferra un badile e comincia a darsi da fare. Più in la altri soldati stanno facendo lo stesso. Non conosce quasi nessuno di questi, i suoi amici, i suoi compagni, ora è rimasta quasi sola e deve contare sulle sue forze e su quelle degli improvvisati compagni.

Al braccio una grossa benda macchiata di rosso, una ferita superficiale probabilmente, una scheggia, che le duole provocandole una smorfia ogni volta che deve sollevare la fangosa e pesante argilla.

Si guarda intorno a ogni colpo, alla ricerca di volti amici nell'oscurità, per non perdere la ragione, per non perdere il coraggio, per non perdere la speranza.
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco)

Messaggioda Stedee » 30/08/2013, 18:07

La stanchezza attanaglia le membra. L'oscurità della notte, il caldo asfissiante in nessuna parte mitigato dall'ora.

Mentre scavo, penso alla lunga giornata passata, ed a quella che mi aspetta. Penso alle decine di migliaia di posizioni che ho tenuto, fuori e dentro la Penisola. Penso a tutti i morti che ho dovuto seppellire, gli amici scomparsi, letteralmente frantumati da qualche arma troppo precisa. Sorrisi mai più visti, parole mai più sentite, amori mai più soddisfatti. Penso alle urla dei feriti, che squarciavano il silenzio. Urla che, come ho ben letto in un libro - mai più riuscirò a dimenticare.

Per fortuna ho da lavorare. La trincea dev'essere pronta, è l'unica cosa cui devo pensare, l'ultimo appiglio per preservare la mia sanità mentale. Non conosco nessuno o quasi, gli scontri mi hanno fatto separare dai miei commilitoni, mi hanno detto che il mio reggimento è stato annientato, tagliato fuori dalle nostre linee. Altri da aggiungere a quella lista, la lista dei morti. Sento che è troppo lunga, eppure continuo a combattere. Per la Patria? Vorrei crederlo. Per qualcuno dietro di me? Sono tutti morti, o scomparsi. Per qualcuno di fianco a me? Li vedo morire, costantemente, senza poter fare nulla.
La verità è che combatto solo ed esclusivamente per me stesso, vile codardo che non muore, osceno residuo di un'epoca in cui si respirava la pace e la parola "vittoria" non era una chimera.

Questo penso, mentre scavo. Uno, due, tre, quattro. Ancora un'altra palata, poi mi sposterò, e continuerò il lavoro. Poi l'alba. Dicono che contrattaccheranno. Forse sarà davvero il mio turno...? Il turno che aspetto da troppo tempo, che tuttavia l'istinto animale evita, procrastina, prolunga nella sofferenza e nell'agonia?
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Tom J. Parker » 30/08/2013, 23:34

Le tenebre avvolgevano ogni cosa.
*Peccato, la vista del paesaggio mi avrebbe risollevato un po' il morale...* ma questo è un problema che un soldato al fronte non può proprio porsi; il nemico potrebbe essere ovunque! Le uniche cose appena visibili sono la pala e il pezzo di terreno da scavare. La zona sembra tranquilla, ma la paura è tanta, soprattutto pensando che il nemico potrebbe essere proprio lì, nascosto nell'ombra ad osservarti.

*Al diavolo, rimettiamoci al lavoro!* pensai.
Rimettersi a scavare era un modo come un altro per distrarsi e non farsi prendere dall'ansia.
Bisogna saper mettere da parte i sentimenti e rimanere sempre freddi e lucidi. La vita del soldato in fondo è questa; mettere da parte se stessi, con le proprie emozioni e le proprie paure, per difendere il proprio Paese anche con la vita, sperando però un giorno di poter tornare a casa e riabbracciare la famiglia, certi di aver garantito almeno un breve periodo di pace e tranquillità.

La buca inizia ad ingrandirsi e l'unica cosa che esce dalle mie labbra è un sospiro che fa quasi intuire lo stato d'animo.
Chissà a cosa stavano pensando gli altri...
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Strife04 » 31/08/2013, 3:07

Le gambe si facevano sempre più pesanti passo dopo passo, il petto doleva a ogni respiro, l'oscurità avvolgeva ogni cosa e ogni buca, passo falso o dislivello si rifletteva sul cervello come a essere tramortiti da una bottiglia di vetro i cui frammenti ricadano nella carne.

Inoltre avevo finito le sigarette.

La guerra l'avevo già combattuta (e persa) nelle Marche. L'ordine era di ripiegare fino alle linee abruzzesi e lì riunificarsi con il grosso dell'esercito. Non è che fossi un fiorellino quando venni imbarcato sull'elicottero di evacuazione, ma quando uscii da ciò che rimaneva della fusoliera dopo che fummo abbattuti, il dolore al torace e l'emorragia dovuta al trauma cranico peggiorarono la mia situazione.
Ero l'unico sopravvissuto, ero disperso, non avevo mezzi di comunicazione e non sapevo se qualcuno sarebbe mai venuto a prendermi, ero ferito. Il fucile era ormai inutilizzabile, decisi di lasciarlo fra le lamiere dell'elicottero e, dopo aver controllato il funzionamento della pistola, mi diressi verso quelle che presumevo essere le linee eItaliane.

Troppo buio per capire dove ero arrivato, nessuna luce, nessuna bandiera, il vento portava solo rumori di attrezzi e rantoli sommessi. Potevo essere giunto dai miei compagni come essere finito in piene braccia nemiche, ma ero ormai troppo al limite per farmi degli scrupoli: avevo bisogno di un medico.

Un medico o un proiettile.

Urlai con tutto il fiato rimasto...

"Capitano Strife, matricola 1243350"

...e rimasi in attesa di una qualsiasi risposta.
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Chedipe » 31/08/2013, 9:44

La buca era abbastanza profonda per adagiarci le casse. La giovane non può spostare da sola le poche armi accumulate e la recluta è così esausta da essersi addormentata appoggiata alle roccie.

"Ma tu guarda questo..."

Una smorfia si dipinge sul volto di Chedipe che alza lo sguardo a cercare mani forti.

"Voi"

Urla in direzione di Stedee e un altro pugno di soldati, ignara di chi siano non riconoscendo neppure la divisa a causa del buio e della precaria salute di questa.

"Potete darmi una mano?"

Chiede per poi voltarsi e notare affianco un altro soldato (Tom) e sperando che possa giungere anche lui ad aiutarla.
Ma è in quello stesso momento che arriva una voce nella notte.
Un sobbalzo, che siano novità dagli altri fronti?
Eppure quel nome la fa sobbalzare nell'oscurità e una luce si accende in quegli occhi che tornano ad essere speranzosi.
Strife. Conosceva quel nome, l'aveva letto sui rapporti dei capitani.
Un cenno rivolge all'uomo attirando la sua attenzione con una piccola torcia.

"Capitano! Da questa parte!"

E solo quando e se si sarà avvicinato continuerà a parlargli.

"Capitano Chedipe, diciottesimo reggimento, siamo rimasti solo in due"

Dice indicando lo scansafatiche al suo fianco.

"I suoi uomini?"

Chiede. Non è una speranza ora che nota l'uomo ferito e sconfitto, ma più che altro un pro forma.
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Stedee » 31/08/2013, 11:15

Sento una voce che chiama nella mia direzione. Alzo lo sguardo, osservo l'autrice della chiamata. Una donna. Sembra giovane. In realtà, sono relativamente convinto di essere il soldato più anziano nella trincea. La qual cosa non mi rallegra.

Il pezzetto di trincea cui stavo lavorando è quasi pronto. Dopotutto, credo che risponderò alla chiamata. Sarà un palliativo per la mente, forse sarà l'ennesima conoscenza che domani sarà schiacciata da un proiettile slavo.

Mi avvicino, leggo - a malapena, gli occhi deboli faticano a trovare la targhetta - solo un nome, il resto mi sfugge o è cancellato. "Chedipe". Non so che grado possa ricoprire. Decido che le darò del tu, visto che è più giovane di me.

"Dunque, mi hai chiamato? Che vuoi?"
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Cavalletta » 31/08/2013, 11:27

Più in là un soldato smette di scavare e appoggia la pala a terra. È piuttosto distante dal resto del gruppo, ma riesce a sentire quello che si stanno urlando da quelle parti.

“Maledetti, sembra che vogliano far scoprire la nostra posizione per come urlano”

Sussurra al vento, e nel frattempo imbraccia il fucile.
Era sempre stato un soldato tranquillo e pacato, e aveva sempre seguito gli ordini con grande zelo, ma questa guerra l’aveva indurito. Soprattutto dopo che qualche tempo fa era rimasto disperso tra gli Appennini, solo come un cane, a cercare di evitare il contatto con i nemici, a cercare un viso amico. Quanto tempo era passato? Un mese? No, forse meno. Da allora era diventato quanto di più simile a un animale un soldato possa essere: un nome e un numero di matricola urlati nella notte non sono sufficienti a fidarsi, voleva vedere negli occhi di quest’uomo se c’era da fidarsi.
Esatto, questo era diventato in quelle due settimane passate solo nei boschi: sospettoso all’inverosimile, ma anche con un certo intuito animalesco, di cui aveva piena fiducia anche a costo di andare contro gli ordini. E questo cambiamento gli era costato caro: al suo ritorno, dopo essere stato dato per morto, non lo avevano voluto riammettere nella sua unità militare. A volte pensava che non fosse passato per il tribunale militare e quindi fucilato per insubordinazione aggravata solo perché perdere un soldato ora è da idioti. E questo lo aveva riempito di rancore nei confronti dei superiori. Ma in questa guerra non c’è posto per il rancore: bisogna vincere. Ci sarà tempo dopo per la vendetta.
Ricordando quando stava quasi per morire sulle alture marchigiane, perché stava andando in bocca al nemico convinto che fossero italiani, si avvia con passo lento e sospettoso verso quelle urla, passando davanti a un altro soldato (Tom), a cui lancia un’occhiata interrogativa come a dire “Non prendi il fucile? Ti fidi alla cieca di costui?”
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda dirkfelpy89 » 31/08/2013, 12:33

Dall'altro lato della trincea un giovane uomo butta via la pala, con la quale ha scavato per più di due ore.

E' giovane (non avrà più di 23 anni), ma la guerra e il duro inverno gli hanno già sfigurato il volto. Era partito per il fronte come Sergente di un Reggimento della sua MU, ma adesso il suo reggimento è stato quasi distrutto e si ritrova in una trincea con altri soldati di diverse MU, di diversi gradi e esperienza. Tutti uniti, adesso, per una sola missione: sopravvivere, tornare alle proprie case.

I suoi pensieri vengono interrotti da delle grida. Non capisce quello che succede, ma sente una voce in italiano. In teoria non dovrebbero essere una minaccia, ma l'esperienza gli impone di restare al suo posto. L'ultima volta un suo amico era morto in questo modo: gli sloveni avevano inscenato un incidente, poi si erano messi a chiedere aiuto. 15 italiani erano morti in quell'imboscata.

No, sarebbe rimasto al suo posto, fumando una sigaretta, e avrebbe atteso. Non valeva la pena di prendersi una pallottola in fronte quando era così vicino a casa....
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Re: [FUN] GDR agosto 13- IN TRINCEA (ogni buco è...)

Messaggioda Strife04 » 31/08/2013, 14:38

Seduto su una cassa vuota di munizioni per mitragliatrice mi ritrovo a raccontare la mia piccola odissea delle ultime ore al capitano Chedipe. Le racconto dell'assenza di rinforzi nelle Marche, degli ordini ricevuti, di come gli ultimi rimasti della mia compagnia siano morti nell'incidente aereo e solo allora le leggo sul volto imperlato di sudore la preoccupazione per le mie attuali condizioni.

"Non si preoccupi, mi basta un bravo sarto per la mia pellaccia e qualche ora di riposo e sarò a dispensare la vendetta che i miei uomini meritano"

Sorridendo sento il sangue raggrumato che mi tira la pelle della faccia.

Mi accorgo che non siamo più soli, un gruppetto di soldati si è riunito attorno a noi. Occhi inquisitori e diffidenti si posano su di me, e come dargli torto? Non appartengo a questo corpo d'armata, i miei tratti somatici sono celati da una maschera di sangue, la mia divisa sembra essere stata strappata a un morto, non conserva neanche più il nome, solo gradi e un tricolore bruciacchiato. Solo le medagliette pretendono di darmi un'identità.
Alcuni, seppur con disinvoltura, si fanno più vicino per osservarmi meglio, altri mi fissano aspettandosi forse che non potendolo sopportare distolga lo sguardo, ma non ho nessun motivo che mi spinga a farlo: giurerei addirittura che un soldato, reso altrettanto anonimo da un misto di terra e sudore che ricopre faccia e divisa, mi fiuti, come guidato da un arcaico istinto animalesco.

A me non interessa, che mi esaminino pure. Conosco il capitano Chedipe e lei sembra conoscere me e, mentre in lontananza scorgo l'inconfondibile silhouette di una barella, riconosco Stedee, altra faccia nota, venire verso di noi e del tutto concentrato su di lei.

"Ha da offrirmi una sigaretta, capitano?" Le chiedo.
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